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L'ARSENALE DELLE COSTRUZIONI DI ARTIGLERIA

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Dopo lo scoppio del 1852 alla Regia Fabbrica delle Polveri e dei Nitri sul sedime dell'opificio subentrarono l’Arsenale delle Costruzioni di Artiglieria e la Manifattura privilegiata di nastri in seta, insediati rispettivamente alla sinistra e alla destra del canale dei Molassi. Il potenziale dinamico del canale, pari a175 HP, venne ripartito egual misura con la Manifattura dei nastri attraverso un partitore realizzato ad hoc. (1)

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La mappa del catasto Rabbini (1858-1866) mostra sia le vecchie planimetrie della fabbrica delle polveri e del borgo, sia l’assetto del nuovo Arsenale. L’apparato idraulico è ancor quello precedente lo scoppio.

Fonte: ASTO,Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, Torino, f. 38 (particolare)

Nella parte occidentale del vecchio polverificio si insediò dunque un nuovo opificio militare, destinato a produrre e riparare affusti di cannone, parti staccate, carriaggi, sellerie e finimenti di vario tipo, fino ad allora appannaggio del Regio Arsenale di Torino, il quale, organizzato in fonderia e laboratorio di precisione, fabbrica d’armi, arsenale di costruzione e laboratorio pirotecnico, era organizzato in diverse sedi dislocate in varie parti della città. (2) La scelta del sito fu motivata dall'autorità militare dalla concessione di forza motrice idraulica e dai terreni già detenuti dal Demanio. Le attività iniziarono già nei capannoni lasciati della fabbrica delle polveri, se i resoconti dell'Indagine Industriale 1858-1861 registrano che «l'importantissima Officina governativa per la costruzione del materiale da guerra del borgo Dora non ha raggiunto che la metà della sua ampiezza». Tuttaviaal sua interno «le fucine sono in numero di 72 alimentate da un solo ventilatore, il quale ha però il suo ricambio. Le macchine di ogni genere assicurano all’officina 100 ruote per settimana ultimate completamente. Vi sono addetti 240 operai militari e oltre 300 borghesi. Vi si possono produrre da 600 ad 800 veicoli all’ anno ; e quando l’officina sarà condotta a termine potrà produrre da 1,200 a 1,400 veicoli, ed impiegare 1,000 operai». (3)

La costruzione del nuovo impianto ideato da Giovanni Castellazzi nelle forme che conserva ancor oggi, ufficialmente denominato ’“Arsenale delle Costruzioni di Artiglieria di Torino”, fu deliberata con Atto Regio del 2 marzo 1862, ma richiese parecchi anni e lunghe trattative tra il Ministero della Guerra, il Demanio e la Città a causa degli espropri previsti dal progetto. Il Comune contribuì alla costruzione dell’Arsenale con la  cospicua somma di Lire 145.000.

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L'Arsenale cambiò ra-dicalmente la planime-tria della vecchia Pol-veriera. Il nuovo com-plesso si articolava at-torno a quattro grandi cortili, di cui tre affac-ciati sul canale dei Molassi. Oltre i reparti di lavorazioni l’Arsena-le ospitava ampi ma-gazzini di stoccaggio e due caserme. Il disegno risale circa al 1868 e mostra la ripartizione dell'acqua tra la Mani-fattura dei nastri e la fabbrica militare.

Fonte: ASCT

Tipi e disegni 21 3 55

L’Arsenale di borgo Dora ampliò rapidamente le fabbricazioni e a più riprese ingrandì le superfici, fino ad un’area di 6 ettari. Nel 1869 acquisì il vicino macello municipale; nel 1879 venne adibito a caserma l’adiacente e dismesso foro boario; nel 1880 l’impianto fu collegato alla ferrovia attraverso la stazione della Ciriè-Lanzo; dopo la fine della Manifattura dei nastri furono trasferiti nella vecchia area degli stendaggi e gli essicatori delle polveri ubicati oltre il canale i reparti delle sellerie, che  divennero una delle attività tipiche. Col tempo acquisì altre funzioni dal vecchio Arsenale del centro città e nel 1902 passò sotto il suo controllo la Fucina delle canne da fucile di Valdocco. Divenne il principale stabilimento meccanico del borgo e uno dei maggiori di Torino. Impiegava da 500 a 800 operai; le punte massime di produzione ed occupazione furono toccate nel corso dei due conflitti mondiali; l’organico, parte civile e parte militare, comprendeva ufficiali militari, capi tecnici, scrivani e maestranze operaie, diretti da un colonnello e da un tenente colonnello quale suo vice. Durante la guerra '15-'18 l’Arsenale spedì al fronte 200 affusti di artiglieria di grosso calibro, 1850 di medio e 2900 di piccolo, 300 a treni e rimorchi di artiglieria, 2000 carri rimorchio, 4500 rotaie e cingoli per pezzi, 100.000 bardature a basto, 20.000 bardature a sella, più finimenti e buffetterie. (Bianchi p. 124) Tra 1919 e 1939 l'attività si estese all'autotrasporto di artiglieria, concentrandosi sui pezzi di piccolo e medio calibro, sui carreggi, sui materiali di selleria di someggio. Nel dopoguerra riprese il lavoro, seppure con un minor numero di maestranze altamente qualificate dedite a produzioni a tecnologia avanzata e prototipi. (4)

L'energia idraulica e la trasmissione telodinamica

Lo stabilimento beneficiava della metà del potenziale teorico dinamico del canale dei Molassi, pari a 87,5 HP, ripartito egual misura con la Manifattura dei nastri attraverso un partitore realizzato ad hoc.  Esso utilizzava la forza motrice prodotta da quattro turbine idrauliche della potenza nominale di 12 CV ciascuna, integrate da due macchine a vapore da 24 CV ognuna e in seguito anche dal gas. (5) Dal 1876 l’impianto poté contare su 30 CV di potenza aggiuntiva prodotta da una turbina posta sul ramo sinistro del canale Ceronda trasmessa in loco per via telodinamica. (6) In seguito, ovviamente, fece ricorso anche all'energia elettrica.

La tecnologia telodinamica, introdotta dai fratelli Hirn nella seconda metà del XIX secolo e studiata anche da Galileo Ferraris, permetteva di trasmettere l’energia idraulica su distanze relativamente lunghe con perdite modeste. Essa si fondava su sistemi di funi metalliche sostenute da alte torri munite di pulegge. Fu utilizzata per una trentina d’anni e abbandonata con la diffusione dell’energia elettrica, ben più efficiente anche a questo scopo.

Trasmissone telodinamica Arsenale borgo Dora Torno canale Ceronda

Nel caso in questione l’energia era prodotta sul salto idraulico della conceria Bocca, ubicata di là dal fiume nel tratto di via Cecchi compreso tra via Cigna e corso Emilia, dove il canale Ceronda sottopassava i binari della ferrovia Cirié-Lanzo. Erano destinati all’Arsenale i ventinove quarantasettesimi della potenza generata sui 177 cm del salto n. 5 del canale, che li utilizzava per i macchinari della segheria.

Trasmissone telodinamica Arsenale borgo Dora Torno canale Ceronda

Un cavo metallico di circa 350 m, sostenuto da due tralicci, scavalcava in tre campate la Dora e trasportava all’Arsenale di borgo Dora 30 CV di energia prodotti da una turbina una turbina posta sul ramo sinistro del canale Ceronda nei pressi della conceria Bocca.

Fonte: ASCT, Album con i disegni per la trasmissione telodinamica (trasmissione funicolare) all'Arsenale di Borgo Dora

Tipi e Disegni 21.3.64 - TD 21.3.65

Il Pano Regolatore del 1894 mostra l'or-ganizzazione quasi definitiva degli spazi produttivi dell'Arse-nale da Costruzioni.  Si noti anche il reti-colo viario, in buona parte non realizzato.

Fonte: Piano regolatore e di ampliamento […], 15 gennaio 1894 (RAPU)

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L'Arsenale di borgo Dora fu una delle ultime delle utenze del canale dei Molassi. Quando alla fine degli anni Cinquanta la Citta di Torino decise la soppressione del canale stipulò una convenzione con il Ministero della Difesa (titolare di concessione di forza motrice fino a tutto il 1977) impegnandosi a erogare a proprio carico, tramite l'AEM, una fornitura elettrica di 65 kW annui alla tensione di 6.300 V, corrispondenti all’energia ricavata dal salto dello stabilimento. (7) L’Arsenale cessò definitivamente la produzione nel 1982.

In primo piano l'edificio occidentale della caser-ma Paolo Sacchi. In passato adibito ad  “am-mazzatoio municipale” e “mercato delle bovine”, oggi accoglie il Sermig e l'Arsenale della Pace. Sullo sfondo il massiccio fabbricato neomedievale con portico e torretta della caserma Cavalli si affaccia su piazza Borgo Dora. Un tempo sede degli uffici direttivi e monumentale alle offici-ne, oggi ospita funzioni terziarie, tra cui la scuo-la di scrittura Holden.

Foto: MuseoTorino.

note
NOTE
  1. ASCT, Consorzio Bealere, Canali Diversi, 79/006.

  2. La sede principale dell'Arsenale di Torino, dal 1742, si trovava nell'edificio di via Arsenale 22, ora Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell'Esercito Italiano​, ed era pate di un complesso ben più ampio.

  3. Cfr. Riassunto Statistico del movimento professionale avvenuto in Torino nel quadriennio 1858-61, Torino, 1863, Eredi Botta, p. 71.

  4. Cfr. C. Bianchi, Porta Palazzo e il Balon. Storia e mito, Ed. Il Punto, Torino, 1991, pag. 122-124; Torino 1938-1945, Luoghi e Memoria, La città delle fabbriche, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, 2003 e P. Arlandi, Binari per gli stabilimenti, 2016, Alzani Editore, pag. 276.

  5. A. Covino, Torino. Descrizione illustrata, Libreria Luigi Beuf, Torino 1873, p. 119.

  6. ASCT, Atti Speciali, vol. 1bis, p. 84) Altri impianti telodinamici furono installati anche presso la Fucina delle canne da fucile e lungo il canale del Regio Parco. Un rarissimo esemplare di trasmissione telodinamica esiste tuttora presso la cosidetta Fabbrica della Ruota, ossia l'ex lanificio Zignone, sito a Pray, località Valle Fredda (BI), ora adibito ad ecomuseo.

  7. La convenzione prevedeva inoltre la rinuncia da parte del Comune di Torino, senza alcuna forma di indennizzo, ai diritti che vantava sull’alveo e sulle sponde del canale all'interno dell’Arsenale (ASCT, Atti C.C., 25 maggio 1959, § 30).

Ultimo aggiormnamento della pagina: 29/08/2021

Cartolina commemorativa. Sulla sinistra la Manifattura privilegiata di nastri in seta e sulla destra l'Arsenale.

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